un genio umile – di Enrico Puzzanghera
A Rimini nel 1970 Davide iniziava la sua breve avventura terrestre, così intensa e bruciante da sembrare quasi leggenda al pari di altre storie di grandi del passato (Leopardi, Raffaello, Mozart) e il gioco delle coincidenze sembra preordinare e favorire circostanze fedeli più che all’uomo al mito. Il 16 dicembre del 2000,a causa di un aneurisma cerebrale,15 giorni dopo aver scoperto di avere la leucemia, a Colonia, purtroppo all’età di soli 30 anni Davide ci lasciava!
Sin da piccolo aveva sempre manifestato la sua grande passione per il disegno, tant’è che all’età di 14 anni si iscrisse al Liceo Artistico. Terminata la scuola, Davide, con i migliori disegni in mano, decise di passare in rassegna tutti i carrozzieri di Torino (che aveva la più alta concentrazioni di centri stile) per proporre i suoi abbozzi. Non si fece intimorire e si presentò anche alla Pininfarina, la quale, dopo averli esaminati decise di ammetterlo per uno stage di 6 mesi in azienda. La prova però durò pochissimo: un mese appena e la Pininfarina firmò il contratto di assunzione. Così all’età di soli 20 anni venne ammesso a pieno titolo nella ditta, dove lavorò per circa quattro anni contribuendo alla realizzazione della Peugeot 406 coupè, di una moto della Morbidelli e di diverse autovetture per saloni tra cui la “Honda Argento Vivo”. Qualche tempo dopo venne assunto dalla Volkswagen, per poi approdare alla Bmw, con la quale collaborerà per altri quattro anni, culminando la sua carriera proprio con la celebre E60.
Non arriverà a vedere mai su strada la sua ultima creatura, la celeberrima Serie 5 (E60) di BMW che tanto ha stravolto gli stilemi della casa di Monaco di Baviera. Fu Chris Bangle, americano dall’occhio molto attento, a farsi carico della ovvie critiche che un marchio così conservatore mosse all’indirizzo di un simile precursore dei tempi, un po’ alla stessa maniera con cui il grande ing. Lorenzo Romaciotti, negli anni in Pininfarina, lo faceva entrare ed uscire dal suo ufficio senza che nessuno sapesse chi in realtà fosse quel ragazzo dal carattere schivo e dal talento infinito, quasi a volerlo lasciare libero solo di poter esprimere la genuinità della sua arte senza nessun altro tipo di condizionamenti!
Purtroppo un malore, la malattia e la morte improvvisa fecero scoppiare di dolore chiunque avesse avuto l’onore di conoscere l’uomo e diede, come ci disse l’ing. Ramaciotti, “un colpo molto duro al design automobilistico Italiano perché, viste le premesse, non ci è dato sapere cos’altro sarebbe stato in grado di progettare Davide!”
Arcangeli è stato talmente l’interprete d’un ideale bellezza armonica, che non si distingue più, con lui, tra il bello automobilistico e l’arte. La sua grandezza di designer ha eliminato quel diaframma che separa la concezione del design da quella dell’arte. E quando si parla di “design in relazione all’arte”, bisogna intendere qualcosa di diverso e ben più complesso delle capacità di studiare nuove linee . Implica una allusione all’equilibrio, al senso dell’armonia, alla solennità. Tutte quelle caratteristiche che sono tratti distintivi delle opere d’arte concepite dalla matita di Arcangeli. Tratti distintivi unici. Un’arte tutta sua. Un’arte che purtroppo forse non vedremo mai più come testimonia l’attestato di stima ricevuto da Paolo Spada che lo definisce il miglior designer del XX secolo per la sua straordinaria ispirazione e per il senso della forma”!
L’arte, l’opera, il messaggio, ancor prima del passaggio sul nostro pianeta, di Arcangeli, in queste bufere, in queste miserie di degrado italico, fatto di “maschi da caricatura” in cui il “politicamente corretto” è sinonimo di “ipocrisia”, rimarranno indenni. Purtroppo non sempre il linguaggio può riuscire ad oltrepassare i confini italici! Non così quello dell’arte: chiaro, limpido, semplice, dove non occorre nessuna comprensione linguistica, ma essendo semplicemente “grandioso, eterno, immortale” bastano anche dei distratti occhi per far sognare e rendere felice anche l’ultimo degli ignoranti o per far sentire piccolo e povero “oltre che umiliato” il “ricco” o l'”istruito”!
Davide oltre che essere immortale andrà a far parte del patrimonio artistico Italiano fino all’ultimo giorno dell’ultimo essere umano su questo pianeta. Un pianeta che ogni “troppo” partorisce una stella, un genio, o lancia nell’Universo una meteora come Davide!
Grazie Davide!
Il Genio e il volto di Davide erano, fino a poco tempo, conosciuti solo dagli addetti ai lavori. Difficile trovare in rete notizie su Davide e, anche a Rimini sua città natale, la sua figura era completamente sconosciuta. Dopo una lunga ricerca (a Rimini il cognome Arcangeli è diffusissimo), il nostro Club è riuscito a trovare e poi incontrare i suoi genitori in un bellissimo Raduno nel 2016. Sulla scia di questo incontro il nostro socio, Oreste Ruggeri, ha ora organizzato una mostra alla Biennale del disegno di Rimini (28 aprile-15 luglio 2018) che valorizza la sua opera.
http://www.biennaledisegnorimini.it/mostre/davide-arcangeli-piu-avanti-del-suo-tempo/